Il settore delle costruzioni rappresenta il 9% del PIL Europeo e rappresenta uno dei settori trainanti dell’economia del Paese, avendo la capacità di incrementare il ritorno economico degli investimenti in infrastrutture grazie ad effetti positivi e di crescita di PIL e occupazione (si stima un effetto moltiplicatore del 3,5% sull’indotto).
A gennaio 2020, prima dello scoppio dell’emergenza Coronavirus, il settore aveva registrato una crescita della produzione pari al +5% rispetto all’anno precedente, in seguito ad un decennio di crisi.
L’impatto del lockdown – Il forzato lockdown dei mesi di marzo e aprile 2020 ha generato pesanti ripercussioni sul settore delle costruzioni e su tutta la filiera edilizia. Secondo i dati Istat di inizio aprile 2020, in Italia, a seguito della chiusura forzata delle attività produttive conseguente al DPCM del 22 marzo, è stato sospeso il 70% delle unità lavorative delle costruzioni, pari a 365.432 unità su 523.105 totali.
Ciò significa anche che il 61% degli addetti ai lavori (un mix di lavoratori autonomi ed imprese con uno o più dipendenti) si è ritrovato inattivo.
A differenza di altri Paesi europei, dove tutti i reparti del settore delle costruzioni sono stati messi in sicurezza e hanno potuto continuare ad operare, in Italia hanno potuto proseguire i lavori soltanto le imprese operanti in cantieri considerati urgenti ed essenziali nella situazione di emergenza. Il blocco forzato che ha coinvolto la maggiorparte delle imprese operanti nel settore e la maggioranza dei cantieri in essere alla data dello scoppio della pandemia, potrebbe aver provocato effetti problematici legati alla mancata manutenzione ed ultimazione di infrastrutture critiche, senza contare gli effetti disastrosi per le migliaia di piccole imprese edili che potrebbero non essere in grado di riaprire.
I maggiori costi dovuti alla riapertura post-Covid – Le misure di sicurezza previste per la riapertura dei cantieri del 4 maggio 2020 hanno comportato un non indifferente aumento di costi per tutte le imprese del settore, che nel rispetto del Protocollo stilato da Governo e parti sociali e del “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro del settore edile” stilato da tutte le parti sociali dell’edilizia, hanno dovuto fornire ai propri dipendenti dispositivi e strumenti di protezione individuale giornalieri, nonché provvedere alla settimanale sanificazione di strumenti e ambienti di lavoro. I protocolli indicano anche alle imprese le misure da seguire e le modalità di comportamento da tenere per la gestione in sicurezza dell’accesso in cantiere di fornitori esterni, di gestione degli spazi comuni, di organizzazione dei cantieri (turnazioni, rimodulazioni dei crono-programmi delle lavorazioni) e di gestione di persone sintomatiche.
Al fine di garantire un riequilibrio dei rapporti contrattuali in essere che tengano conto dei costi aggiuntivi che le imprese devono ora sostenere per la mitigazione dei rischi, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE) ha predisposto due modelli di istanza, rispettivamente per i lavori pubblici e per quelli privati, atti ad instaurare una dialettica costruttiva e di cooperazione con le committenze, che miri alla continuità operativa delle aziende e preveda una conseguente modifica dei termini e delle condizioni di pagamento dei Saldi Avanzamento Lavori (SAL) in modo da garantire un’adeguata liquidità alle imprese.
Per i cantieri edili privati, il protocollo ANCE prevede di richiedere a committente, direttore dei lavori e coordinatore della sicurezza le seguenti misure: aggiornamento del PSC (Piano di Sicurezza e Coordinamento); quantificazione e riconoscimento dei maggiori oneri e costi della sicurezza; adeguamento del corrispettivo d’appalto considerando l’aumento del costo delle materie prime; proroga del termine di ultimazione dei lavori e riduzione del tempo e/o dell’importo di emissione del SAL.
Per i cantieri edili pubblici, il protocollo ANCE prescrive di richiedere al committente e a tutti i soggetti coinvolti nell’esecuzione del contratto (Dirigente, Responsabile Unico del Procedimento, Direttore Lavori e Coordinatore della Sicurezza in fase di Esecuzione) di predisporre la perizia di variante in modo da recepire e contrattualizzare le modifiche contrattuali in termini di: aggiornamento del PSC; riconoscimento dei maggiori oneri e costi della sicurezza; redazione di un verbale di concordamento nuovi prezzi e applicazione dei meccanismi compensativi per incremento del costo delle materie prime; proroga del termine di ultimazione dei lavori; riduzione del tempo e/o dell’importo di emissione del SAL, riduzione dei termini di pagamento e autorizzazione espressa all’utilizzo del subappalto nel rispetto delle previsioni europee.
Le prospettive future per il settore – Data l’importanza del settore per l’economia del Paese, in cui operano 600.000 aziende e 2 milioni di occupati, è quanto mai necessario, per supportare le aziende di costruzione edile e quelle coinvolte nella filiera, un Decreto “Cura Italia” dell’edilizia che preveda misure di agevolazione e di snellimento della burocrazia in questo momento di difficoltà, ma anche norme e direttive che possano sostenere e favorire il settore in futuro. Il settore delle costruzioni ha dichiarato di essere pronto a cogliere le opportunità generate da questa crisi, pertanto è auspicabile che anche il Governo agisca in modo propositivo, in un’ottica di investimenti di medio-lungo termine a livello di Paese. Snellimento della burocrazia, detrazioni fiscali per la riqualificazione degli edifici storici, istituzione di uno Sportello Unico nelle varie amministrazioni, allineamento delle diverse piattaforme digitali, rivisitazione dei piani di rigenerazione urbana, piani straordinari per le periferie e per l’emergenza abitativa, piani per la messa in sicurezza degli edifici, azioni coordinate per arginare i fenomeni di dissesto idrogeologico, piani di adeguamento antisismico ed eliminazione delle barriere architettoniche sono solo alcune delle misure che il Governo potrebbe adottare per rilanciare il settore delle costruzioni e l’intera filiera dell’edilizia.